Parlando di paesaggi del nord Europa, molto probabilmente i primi soggetti a venirci in mente sono le brughiere finlandesi e svedesi, le Highlands scozzesi o, ancora, le aree di confine fra terra e mare norvegesi. Sebbene presentino qualità ed elementi distintivi l’una dalle altre, queste zone condividono molte caratteristiche naturali, fra cui, ovviamente, alcune specie di piante arbustive che si sono adattate a vivere in questi terreni spesso sabbiosi e con pH acido. La regina di questi vegetali rustici è senza dubbio Calluna Vulgaris.
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DESCRIZIONE E CARATTERISTICHE
Comunemente conosciuta in Italia come “brugo”, questo arbusto sempreverde presenta una crescita lenta e dimensioni contenute: le cultivar più grandi non raggiungono infatti diametri superiori a 90 cm. Le sue piccole foglie di un colore verde intenso, tendono ad avere una forma quasi aghiforme e si dispongono a mazzi di quattro lungo l’intera altezza dei rami. I ciuffi di numerosissimi e coloratissimi fiori assumono forme che richiamano le spighe di grano, mentre i fiorellini singoli ricordano piccolissime campanule in grado di stupire i passanti con le loro vivaci tonalità di rosa, cremisi, scarlatto e bianco. La Calluna è una delle piante che più richiama l’autunno, dato che la sua fioritura si manifesta vigorosamente fra agosto e novembre; per questa ragione, si adatta appieno a colorare e animare vasi e ciotole in un periodo che di solito viene associato al termine della vivacità estiva. Nonostante goda di una certa fama nell’ambiente florovivaistico, spesso la Calluna viene confusa con un’altra pianta molto conosciuta e della stessa famiglia: l’Erica. Nonostante possa sembrare difficoltoso, identificarle è più semplice di quanto possa apparire; innanzitutto, a correrci in aiuto è il periodo di fioritura: mentre i fiori dell’Erica si manifestano al termine dell’inverno, la Calluna fiorisce in un periodo completamente diverso, ossia fra la tarda estate e l’autunno. Secondo aspetto sono i fiori stessi, i quali, nel caso della Calluna, sono dotati di un calice petaloide molto più lungo della corolla; al contrario, tutte le cultivar di Erica in commercio presentano un calice lungo circa la metà rispetto ai petali. Infine, le foglie della Calluna appaiono sovrapposte sui rami privi di fiori, mentre quelle dell’Erica assumono forme simili a spirali e sono dirette verso l’esterno.
COLTIVAZIONE
Per quanto riguarda la sua coltivazione, la Calluna è una pianta rustica e quindi necessita veramente di poche cure per rimanere vistosa per lungo tempo; si potrebbe quindi affermare che la durata della pianta è legata più alle condizioni ambientali che alle necessità di manutenzione. Tuttavia, per garantire una crescita sana e rigogliosa è ovviamente necessario offrire condizioni adeguate; per questa ragione, è importante estrarla dal vaso di vendita appena dopo l’acquisto e rinvasarla in cassette, ciotole o vasi. Per aiutare la pianta ad iniziare il suo sviluppo nel migliore dei modi, il contenitore in questione deve essere abbastanza profondo da conservare l’umidità del terreno il più a lungo possibile, così da favorire la crescita radicale.
TERRENO ED ANNAFFIATURE
Proprio riguardo il terriccio, ci sentiamo di consigliare solamente l’utilizzo di quello per piante acidofile come le Azalee ed è fondamentale non impiegare mai tipologie adatte ad altre coltivazioni. Le annaffiature non devono essere abbondanti; difatti, si dovrebbe innaffiare solamente quando il terriccio risulta relativamente, ma mai completamente, asciutto. L’acqua impiegata deve essere priva di calcare ed è meglio fornirla a temperatura ambiente, in modo tale da evitare scottature o danni all’apparato radicale superficiale. Un consiglio: dopo aver annaffiato, lasciate passare circa dieci minuti e controllate il sottovaso: se notate la presenza di acqua non assorbita, svuotatelo, dato che la Calluna non si trova a suo agio in situazioni di acqua stagnante.
CONCIMAZIONE
Per il concime invece, questa pianta ha un fabbisogno nutritivo abbastanza elevato; va concimata ogni 10-12 giorni in autunno, durante la stagione di massimo vigore, ma poi si dovrebbe limitare gradatamente la somministrazione fino a sospendere del tutto in inverno. Ricordatevi di seguire sempre le informazioni riportate sull’etichetta del prodotto, prima di effettuare le concimazioni.
POTATURA
Oltre a necessitare di relativamente poco concime ed acqua, la Calluna ha poche esigenze di “hard maintenance”, vale a dire potatura e rinvasi; molto spesso, gli interventi più frequenti si limitano ad asportare eventuali steli o rami completamente essiccati, che comunque mantengono caratteristiche decorative per lungo tempo. La potatura non è necessaria: sufficiente sarà una pulizia delle piante a fine inverno, se sono ancora vitali.
ESPOSIZIONE E TEMPERATURA
L’ambiente più indicato per la Calluna richiede un livello di luminosità elevato durante il periodo vegetativo, ossia in autunno ed in inverno; al contrario, dai mesi primaverili fino a settembre la luce intensa deve essere evitata, in particolare se teniamo conto che in questo periodo le temperature tendono ad essere troppo elevate. Difatti, questa pianta non teme il gelo, mentre le temperature nella bella stagione devono essere mantenute stabili e fresche al di sotto dei 18-20 °C. Proprio per questa ragione in casa ha vita breve e il suo ambiente ideale è all’aperto: per vederla sbocciare rigogliosa poco importa se la posizioniamo in giardino, sopra un balcone o in un terrazzo, ma ricordiamoci sempre che deve essere posta al riparo dal vento.
CURIOSITA’
La semplicità di coltivazione, le vivide colorazioni e il periodo di fioritura sono solamente tre delle caratteristiche che rendono la Calluna un ingrediente ideale per le composizioni in vaso autunnali. Oltre che alla sua versatilità ad essere abbinata ad altre piante stagionali come viole, ciclamini, aster e piccole conifere, questa pianta deve la sua fama anche alle credenze riguardo le sue virtù purificatrici, in grado di allontanare le energie negative dagli ambienti in cui viene collocata. Le origini di queste leggende si perdono oramai nel tempo; tuttavia, pare che quest’ultime affondino le proprie radici nella consuetudine di impiegare questa pianta come materiale da costruzione delle scope impiegate nella pulizia dei luoghi sacri. Questa tradizione ha poi col tempo generato diversi racconti, fra cui quelli riguardanti druidi e streghe: si narra infatti che quest’ultimi apprezzassero particolarmente la Calluna per la sua versatilità nel creare pozioni e per realizzare le scope sulle quali poi prendere il volo.