Cura delle piante

Camelia sasanqua, il fascino e la sorpresa di una fioritura autunnale

Quando pensiamo alla Camelia è facile avere presente immagini legate alla primavera, alle fioriture di marzo e aprile, a quella Camellia (sì, il nome corretto è “Camellia”) japonica che, con i suoi fiori spesso doppi e grandi fiorisce in tanti giardini privati come in parchi storici (pensiamo solo alle famose Ville Borromee sul lago Maggiore). Protagonista indiscussa della storia del genere, meriterà di avere un suo spazio futuro nel nostro blog ma in questo mese ci dedicheremo alla Camellia sasanqua che ci regala la magia di un fiore inaspettato in un momento dell’anno in cui il giardino sembra andare in letargo.

INDICE DEGLI ARGOMENTI

CARATTERISTICHE

Originaria dell’isola di Kiushu, nel Giappone meridionale, la Camellia sansaqua viene introdotta in Inghilterra nel 1789. Ha un portamento più morbido, rami più sottili e fiori più piccoli rispetto a Camellia japonica, oltre che dimensioni più contenute. La sua tolleranza al freddo è molto buona e resiste anche fino a dieci gradi sottozero. La sua coltivazione richiede un terreno acido e ben drenato, protezione dal sole e dal vento eccessivi, bagnature regolari, concimazione specifica per acidofile due volte l’anno e…tanta pazienza! Si tratta, infatti, di una pianta a crescita lenta; un esemplare nato da seme avrà bisogno di almeno 6-7 anni per raggiungere appena il metro e mezzo di altezza! L’aspetto positivo di questa sua caratteristica lentezza è che possiamo coltivarla in vaso senza dover cambiare di frequente la dimensione del contenitore; inoltre, le potature che la pianta richiede non sono troppo complesse: si effettuano dopo la fioritura, togliendo i rami secchi, quelli troppo interni, che ricevono meno luce, e quelli che vanno fuori forma.

FIORITURA

Ma la qualità maggiore di Camellia sasanqua è la sua fioritura che va da novembre a marzo e che si accompagna ad un leggero e fresco profumo, caratteristica che la più “vanitosa” Camellia japonica non ha la fortuna di possedere. Sono rare le forme doppie o semidoppie del fiore mentre sono numerose quelle semplici, nei colori bianco e rosa, in differenti sfumature e mélange più o meno intensi fino ad arrivare al rosso. La fioritura copre un lungo periodo, nel suo complesso, ma il singolo fiore dura poco e, appassendo, si sfoglia come una rosa così da offrire uno spettacolo doppiamente affascinante e romantico: da un lato i bei petali aperti sulla pianta, dall’altro, un tappeto colorato ai suoi piedi!
Allora cerchiamo di utilizzare di più questa bella e generosa pianta che potrà trovare spazio tanto nel nostro giardino quanto sul terrazzo e ricordiamo le parole di Ippolito Pizzetti che ebbe il merito di diffonderne l’uso in Italia “di tutte le piante stravaganti che mi è capitato di usare…è quella che si è dimostrata forse più grata di essere stata sottratta all’oblio…dovunque l’ho utilizzata a spalliera, contro un treillage, in giardini o su terrazzi, ha dato ottimi risultati” (Ippolito Pizzetti, Pollice Verde, BUR).