Olanda. Primavera. Centinaia di migliaia di persone visitano ogni anno il Parco Reale di Keukenhof dove, per più di tre mesi, si alternano splendide fioriture di bulbi primaverili. Anche in Italia sono numerosi i parchi che vantano questo evento spettacolare: Villa Taranto, Parco Sigurtà, il Castello di Pralormo e altri ancora.
E’ possibile godere di queste colorate meraviglie anche nei nostri più modesti giardini o, addirittura, in terrazzo? Certamente! Coltivare i bulbi è più facile di quanto si possa pensare; è necessario conoscerne le caratteristiche, mettere in pratica piccoli accorgimenti e, soprattutto, programmare per tempo, in autunno, le fioriture che desideriamo ottenere in primavera.
Le piante bulbose
Con il termine “bulbo” indichiamo, un po’ impropriamente, tutte quelle piante dotate di un organo in cui immagazzinare le risorse che serviranno a farle crescere e fiorire in presenza di condizioni ottimali. Alcuni sono effettivamente bulbi, come i narcisi e i tulipani; altri sono cormi come i crochi; altri tuberi, come i ciclamini; altri ancora rizomi, come gli anemoni. Per comodità, useremo comunque il termine “bulbo” per indicare tutto questo gruppo di piante. Quando si verificano le corrette condizioni di temperatura e umidità il bulbo esce dalla fase di dormienza e comincia a svilupparsi. Per primo si muove l’apparato radicale, con la funzione da un lato di apportare acqua e nutrimento alla pianta, dall’altra di ancorare la pianta per darle stabilità. Quando le radici sono ben sviluppate comincia a crescere anche la parte aerea con le foglie, che hanno la funzione di raccoglie e sintetizzare le sostanze che serviranno a ricaricare il bulbo per la fioritura successiva, e i fiori che hanno, attraverso i semi, scopo riproduttivo. Se non ci sono condizioni ottimali, il bulbo rimane dormiente nel terreno. Le piante bulbose, caratterizzate da questi particolari e sotterranei organi di riserva sono piante di facile coltivazione. Alcune hanno segnato momenti importanti nella storia dell’uomo. Pensiamo alle bulbose destinate all’alimentazione come la manioca, la patata e la patata dolce, il porro, l’aglio, la cipolla, lo zafferano (ricavato dai pistilli del crocus sativus). Ma i bulbi sono presenti anche nella storia della cultura e dell’arte: pensiamo ai miti di Narciso e Giacinto, al giglio fiorentino (in realtà un iris) simbolo della città di Firenze, ad un vero giglio (lilium candidum) raffigurato in mano a Sant’Antonio. E poi ancora il tulipano, celebrato dai poeti persiano e dipinto dai pittori fiamminghi, quando nei paesi Bassi, nella prima metà del XVII secolo, scoppiò la “tulipanomania” che fece impazzire il mercato fino a far raggiungere ad un singolo bulbo il valore di 6.000 fiorini quando il reddito medio annuo dell’epoca era di 150 fiorini!
Scelta, impianto, coltivazione
I bulbi a fioritura primaverile si acquistano in autunno, da settembre a dicembre, per ottenere fioriture che vanno da febbraio a giugno. Al momento dell’acquisto il bulbo deve risultare pulito, sano e solido al tatto. La confezione deve riportare il nome botanico della varietà prescelta e tutte le informazioni utili all’impianto (epoca di impianto e di fioritura, altezza finale della pianta, profondità e distanza di impianto). In base a queste indicazioni possiamo progettare le nostre fioriture secondo i nostri desideri: possiamo pianificare zone rigogliose a lungo scegliendo bulbi con epoche di fioritura differente; possiamo creare aiuole di altezze omogenee ma diverse per colori e varietà, oppure con colori armonici ma altezze diverse; possiamo scegliere le varietà più alte per grandi macchie in giardino o piante più basse da coltivare anche in vaso sul terrazzo. Una volta individuate le varietà, bisogna piantare in maniera corretta per ottenere il massimo dalla loro fioritura. La scelta della posizione e del substrato sono fondamentali.
I differenti gruppi di bulbi provengono da regioni anche molto diverse fra di loro per morfologia e clima; tuttavia, in linea di massima, le varietà più conosciute sono tutte originarie di aree in cui il periodo di riposo vegetativo coincide con periodi di clima asciutto. Per questo motivo, quando si piantano a terra o in vaso, bisogna verificare che non si creino condizioni di ristagno che possano far marcire il bulbo. La posizione ideale è in un luogo piuttosto soleggiato; il terreno deve essere leggero, fertile e ben drenato; in caso di terreno pesante e argilloso, sarà opportuno mescolare un po’ di sabbia al terriccio oppure mettere del ghiaino sul fondo per favorire il drenaggio. Al momento dell’impianto è importante rispettare la profondità indicata per ogni varietà di bulbo (in linea di massima una misura da 2 a 4 volte il diametro del bulbo). Questa indicazione risulta particolarmente importante per piantare i bulbi in contenitore; verificate sempre che il vaso prescelto sia sufficientemente profondo.
Può essere opportuno mescolare al terreno, già al momento dell’impianto, del composto organico oppure un concime a lenta cessione in modo che la pianta, al momento dello sviluppo, trovi già del nutrimento nel terreno. In primavera, poi, quando la pianta comincerà a crescere, si potrà spargere in superficie ancora del concime a lenta cessione oppure dare, tramite le bagnature, un concime liquido o in polvere a rapida azione da somministrare per tutto il periodo di crescita e fioritura e fino a sei settimane dopo che la pianta ha smesso di fiorire.
Per quanto riguarda le bagnature, se nella fase di riposo il bulbo è abbastanza autonomo, quando comincia a svilupparsi fuori da terra è opportuno seguire le necessità della pianta perché durante la crescita delle foglie e, soprattutto, dei fiori, la richiesta di acqua aumenta, per poi diminuire ancora una volta terminata la fioritura.
E dopo la fioritura?
Dopo che i nostri bulbi hanno fiorito in modo rigoglioso e hanno terminato il loro ciclo come dobbiamo comportarci? Innanzitutto, è importante eliminare i fiori appassiti, mentre invece si devono assolutamente lasciare le foglie. Solo attraverso il prezioso lavoro di fotosintesi svolto dall’apparato foliare le riserve del bulbo potranno ricostituirsi e accumularsi per dare vita alla fioritura dell’anno successivo. Lasciamo dunque le foglie completare il loro sviluppo, continuando a bagnare e concimare la pianta, seppur con moderazione. Alla fine del loro ciclo vegetativo, quando vedremo le foglie appassirsi un po’, dopo circa 6-8 settimane, potremo tagliare tutta la pianta dalla base. A questo punto, possiamo decidere se lasciare i bulbi interrati oppure levarli dal terreno, pulirli e conservarli, in un luogo asciutto, durante l’estate per poi ripiantarli in terra a partire da settembre. Le varietà primaverili sono solitamente ben resistenti; crochi, narcisi e tulipani possono resistere fino a -20°! In questo caso non servirà fare nulla fino all’arrivo della primavera, momento in cui vedremo spuntare una gemma verde e potremo ricominciare a concimare la pianta per aiutarla nella fase di fioritura. Dopo qualche anno, tuttavia, le fioriture potrebbero essere meno abbondanti; questo significa che è giunto il momento di sfoltire la densità di bulbi nel terreno (nel tempo, infatti, si saranno moltiplicati formando piccoli bulbilli). L’operazione si fa nel periodo di riposo sollevando con una forca il terreno, individuando i bulbi e ripiantando quelli grandi e sani, mentre i piccoli potranno essere coltivati a parte finché non saranno cresciuti e potranno essere piantati a loro volta.
Così, stagione dopo stagione, si rinnova la meraviglia dei bulbi: in autunno piantiamo quelli a fioritura primaverile, in primavera pianteremo quelli a fioritura estiva. Forme, colori e anche profumi che hanno incantato l’uomo per secoli e continuano ad esercitare il loro fascino fino ad oggi.
Francesca Barbazza